La scrittura senza peso è un segreto di felicità

Trovare precisione e leggerezza nelle parole di tutti i giorni e nei racconti che leggiamo e nei romanzi che teniamo sul comodino e nei post sui social, ovunque, trovare precisione e leggerezza è un segreto di felicità.
In un libro o in una conversazione o in un post, inseguiamo parole precise e leggere e otterremo un risultato appagante, così come predisporsi all’ascolto e tenersi pronti a cogliere l’essenza della leggerezza.

Attenzione: la scrittura leggera può dare felicità

E’ una questione che riguarda tutte e due le parti che stanno di qui e di là dalle parole: chi le scrive e chi le legge. Quindi l’autrice o l’autore da una parte e la lettrice o il lettore dall’altra. Stiamo dicendo di un testo che tratta di frivolezze, un raccontino di poche righe tirato via? L’esatto contrario. Vediamo perché.

Scrivete con precisione e con leggerezza, esortava Italo Calvino nelle sue “Lezioni americane”. Era il 1985, lo scrittore se ne andò all’improvviso e non sapremo mai che cosa avrebbe detto in un’ipotetica lezione sul linguaggio di questi anni, i nostri.
Eppure ha dato più di un’indicazione sul valore, il peso e il significato delle parole.
Italo Calvino era del 1923 e nacque il 15 ottobre a Cuba, tuttavia ha lasciato parecchie tracce in Toscana. Aveva una bella casa al mare di Castiglione della Pescaia ed è morto all’ospedale di Siena.

Italo, dimmi una cosa…

Tante volte, parlando e scrivendo, mi rammarico di non averlo potuto conoscere. L’avrei riempito di domande sul linguaggio, sulla forza comunicativa delle parole, sui binari morti di certa comunicazione. Se fosse ancora vivo, Calvino, gli invierei mail a raffica con le domande più assillanti. Tipo: Italo, dimmi una cosa. Le donne e gli uomini applicano un metodo per cercare di non capirsi? Italo, pensi che le persone usino una strategia per evitare di comprendersi? Italo, perché anche se si è in due soltanto la comunicazione a volte diventa un’impresa insormontabile?
Non so se Calvino oggi sarebbe stato uno di quelli che legge le mail e le ignora, evitando di rispondere, o se invece avrebbe preso la tastiera del computer e si sarebbe messo a scrivere una sua considerazione sull’incastro in cui tutti noi almeno una volta talvolta siamo caduti: non capirsi.
Ecco un passo tratto dalle Lezioni americane di Italo Calvino: “Mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile. Non si creda che questa mia reazione corrisponda a un’intolleranza per il prossimo: il fastidio peggiore lo provo sentendo parlare me stesso. Per questo cerco di parlare il meno possibile, e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare non dico a essere soddisfatto delle mie parole, ma almeno a eliminare le ragioni d’insoddisfazione di cui posso rendermi conto.”

Parole pensate e soppesate, scritte e riscritte

A una prima lettura, Calvino pare soffermarsi sull’ego stilistico e narrativo dello scrittore che vuole produrre a tutti i costi testi dignitosi o soddisfacenti. Guardando un po’ oltre, scorgo una riflessione sulla volontà/dovere degli scrittori di rivedere e ritornare più e più volte sui loro lavori con l’intento di renderli comprensibili a chi legge. Chi scrive ha il dovere di mettere una dietro l’altra parole pensate e soppesate per raggiungere il lettore con un messaggio chiaro.
Sempre nelle Lezioni americane, Calvino parla di scrittura senza peso: “Dopo quarant’anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio”.

Dalla parte di chi legge

Chi legge ha tutto il diritto d’inseguire testi  – un articolo di giornale, un racconto, un romanzo come pure un post sui social, qualsiasi componimento – che siano stati scritti e riscritti per restituire un concetto nella sua versione migliore. Come al termine della potatura di un albero: dopo aver tolto rami vecchi, fronde ingombranti, stecchi sterili, la pianta rimane con le sue parti essenziali, pronta a rigenerarsi e riprendere colori e forme.

Ecco, leggere qualcosa che abbia la precisione e la leggerezza giuste restituisce colore e forma alle  nostre emozioni, ai nostri pensieri. E dona felicità.

Dalle biografie di Italo Calvino
Romanziere e giornalista, Italo Calvino è stato uno scrittore tra i più celebri d’Italia. Ha esordito nel 1947 con Il sentiero dei nidi di ragno e poi ha scritto di narrativa e di saggistica. Fra i suoi titoli più noti Fiabe italiane (1956), Il barone rampante (1957), Marcovaldo (1963), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979). Ha saputo fondere fantasia, commedia e favola per ottenere strumenti testuali in grado di raccontare la vita moderna.

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